I primi 30 anni

I primi 30 anni

Non è agevole raccontare 30 anni di storia di un’azienda come la Ai²… Guardando indietro a questi trent’anni sono tante le emozioni, le difficoltà, gli sforzi, le sfide e le soddisfazioni… Ogni cosa, anche la più piccola, ha contributo a costruire quello che siamo, quello che pensiamo e soprattutto come ci proponiamo nella vita professionale (e non).

Proverò quindi a ricordare alcune delle tante situazioni vissute e quello che ci ha consentito di apprendere, specie quelle dal risvolto umano più significativo.

È bene ricordare che, per indole o per necessità, sono stati rari i momenti in cui abbiamo vissuto di rendita, ogni volta la sfida era nuova e la soluzione non era nota. Forse per questo oggi ci viene riconosciuta la capacità di affrontare le nuove sfide … è una cosa positiva e negativa insieme, richiede un grande dispendio di energie e molta lucidità.

1991 - 1993

Tecnopolis – Mandelli

Il primo passo. Ai² nasce dall’idea di poter affrontare ogni sfida con lo studio, l’analisi e l’applicazione delle competenze, senza alcuna soggezione (certamente con grande presunzione).
L’incontro con quel vulcano sempre attivo di Verio offrono da subito l’opportunità per dimostrarlo. Siamo nella primavera del 1991.
Siamo nel team di Tecnopolis impegnato nel progetto europeo “EUREKA FAMOS PRISMA” (con la Mandelli di Piacenza, all’epoca leader mondiale per le macchine utensili ad elevata automazione) e in particolare nella progettazione e implementazione del Sistema integrato CAAP (Computer Aided Assembly Planning).
Una bella esperienza molto formativa, nuove idee, nuove tecnologie. Un trasferimento virtuoso di conoscenze e pratiche dal mondo della ricerca a quello dell’automazione industriale. Le interfacce utente a finestre/grafiche le abbiamo sperimentate e apprese in CAAP e saranno, da quel momento in avanti, un segno distintivo delle nostre applicazioni industriali user centrered.
Tra i bei ricordi, vissuti in un team con tante energie e tanta voglia di sperimentare, ne conservo uno in particolare: le appassionate discussioni con Gianni.
Inventare, immaginare, scoprire la migliore soluzione era possibile solo grazie al confronto, alla discussione aperta e leale. Le migliori idee per essere tali, bisognava affrontarle criticamente per poterle validare.
A volte le idee più solide erano le mie, a volte erano di Gianni. Non penso ci fosse qualcuno che prevalesse, ma avevamo due diversi approcci al confronto.
Quando pensavo di avere tesi convincenti, difendevo le mie proposte almeno finché non venivano formulate alternative più solide e in tal caso ero pronto a un cambio di rotta radicale e mi facevo promotore delle proposte altrui. Se non si sviluppavano proposte migliori perseveravo all’infinito nella mia, cercando comunque argomenti più solidi, per risultare più chiaro e convincente.
Quando portavo una proposta “migliore” le discussioni potevano durare anche ore, quando la mia proposta era debole la discussione si chiudeva in pochi minuti, con qualche simpatica frustrazione dei miei interlocutori.
La lezione che mi sono portato è quella di non rinunciare mai a discutere, a proporre idee, soluzioni ma di non affezionarsi troppo a quello che si propone, un altro può essere più lucido di te in quel momento, può avere più competenze e è sempre più utile usare le proprie energie per costruire a partire dal meglio che il team può esprimere. È così che pensiamo all’innovazione. Costruita in un team attivo e pronto al confronto aperto e leale.

1992 - 1993

MAGNEMAG (maglione australiano)

Ai² era nata da poco e alcune delle attività erano legate alle precedenti esperienze in ILVA. Ci contatta una società di consulenza industriale di Milano che rappresentava in Italia un’azienda danese produttrice di sistemi di marcatura per lamiere a caldo e a freddo. La MAGNEMAG a/s era impegnata nella fornitura dei sistemi di marcatura e di punzonatura sulle linee di finitura lamiere. Ci veniva chiesta l’integrazione dei sistemi di automazione dell’impianto di ricottura lamiera dello stabilimento ILVA di Taranto, con il Controllo Operativo di stabilimento.

Sono chiari gli obiettivi dell’integrazione, ma non sono affatto chiare le possibili modalità operative e soprattutto, dato il contesto, non è possibile effettuare alcun test preliminare.
È un’attività concettualmente semplice, nota, ma dalle mille insidie legate alle incertezze tecniche e alla poca esperienza.
Decidiamo di prenderci un rischio, di non finalizzare il lavoro ma di lasciarlo intenzionalmente incompiuto. Come un sarto che decide di non cucire il vestito ma di predisporre solo il taglio del tessuto. Sarà quindi necessario essere molto lucidi e rapidi nel momento di confezionamento finale della soluzione. Un vero abito su misura.

Ad inizio febbraio ‘93 siamo invitati a Stenløse, presso lo stabilimento MAGNEMAG, per effettuare dei test sulle macchine di marcatura.
È solo una parte della verifica, la verifica finale sarà fatta un paio di mesi dopo in stabilimento a Taranto.

Ad inizio febbraio a Copenaghen fa un freddo da “spezzare” le orecchie. Arriviamo di domenica, i soli negozi aperti sono quelli di souvenir. Ho ancora il cappello danese rosso con croce bianca, usato per anni al San Nicola.

Il lunedì ci accoglie un simpaticissimo tecnico, Peter Nordstrand. Si crea subito una buona intesa, parliamo la stessa lingua (almeno dal punto di vista tecnico). Passiamo una giornata intensa nel fare test, nel verificare ogni piccola situazione. Ogni pezzo di stoffa trova il suo posto. Non abbiamo posto vincoli ed è quindi agevole adattare ogni parte a quello che serve realmente.

La sera a cena con i responsabili di progetto italiani e danesi, Peter si complimenta pubblicamente con noi. Aveva stimato almeno due giorni di test, ma in un solo giorno avevamo verificato tutto (possiamo fare i turisti per un paio di giorni).
MAGNEMAG aveva fatto esperienze simili con altri interlocutori in tutto il mondo, ma raramente avevano avuto tale facilità di adattamento.
Torniamo a casa soddisfatti, ma da Copenaghen dimentico il mio maglione comprato l’estate prima in Australia.

Due mesi dopo, in impianto, tutto è poi andato liscio come desiderato e Peter mi riporta il maglione che aveva avuto la cortesia di recuperare in albergo.

Il nostro forse è stato un azzardo, ma fare gli abiti su misura è diventato un po’ il nostro modo di operare e mantenere elevata la lucidità di azione nella finalizzazione dei progetti è diventata una naturale attitudine.

1993 - 1999

Settebello

L’esperienza vissuta con il maglificio Settebello di Acquaviva delle Fonti ha avuto un grande valore umano oltre che tecnico.
Per la prima volta portiamo gli approcci appresi nella gestione e nell’automazione di fabbrica, già applicate in grandi realtà, nel contesto di una PMI pugliese attiva in un settore tradizionale come quello del tessile-abbigliamento.
Siamo in un’azienda dalle solide tradizioni e cultura imprenditoriale, impegnata nella difficile transizione verso un futuro fortemente condizionato dalla globalizzazione.
La capacità di mettersi in gioco, i valori della sua famiglia, la sua fiducia nelle opportunità dell’innovazione, il rispetto del lavoro e delle persone sono solo alcuni degli elementi che descrivono Costantino (C) e un contesto aziendale molto positivo, dove ciascuno era pronto a mettersi in gioco per portare un vantaggio competitivo e a un certo punto il gioco ha preso anche noi.
Abbiamo seguito passo passo tante esplorazioni, tanti momenti di sperimentazione e importanti fasi di crescita. Abbiamo imparato tantissimo e provato a costruire soluzioni per e con chiunque si fosse lasciato coinvolgere.
Tra i tanti ricordi, la positività e la concretezza di Mimmo, lo sguardo navigato e insieme incuriosito del signor Nicola, ma con tutti era possibile avere un confronto utile a proporre un piccolo o grande miglioramento.
Ricordo sempre con meraviglia quando proponemmo all’esperto magazziniere (Giuseppe) una nuova applicazione software per la gestione delle lavorazioni presso i terzisti.
Era oggettivamente in difficoltà, forse addirittura spaesato. Ad esempio doveva/poteva usare il mouse ma non era abituato. Faceva fatica, però ci provava.
Comprendemmo le sue difficoltà insieme alla sua disponibilità. Ricordo che passammo ore ad osservare come operava, a cercare di capire cosa poteva essergli effettivamente utile. Gli proponemmo di ripagare la sua disponibilità con nuovi possibili miglioramenti, semplificazioni, nuovi servizi. Entrò in sintonia con noi, comprese le potenzialità e propose anche lui nuovi possibili miglioramenti. Divento nei fatti un co-progettista delle soluzioni adottate.
Anche questo è diventato per noi un modo tipico di essere e di affrontare il lavoro. Consideriamo sempre molto gratificante aprirsi al confronto e progettare insieme le soluzioni. I nostri migliori clienti sono nostri partner nella concezione e costruzione delle soluzioni. Con loro operiamo a carte scoperte condividendo gli scopi, le criticità e le opportunità come avviene sempre in un team coeso e vincente.

1995 - 1999

Gli inizi con Alstom Transport

Nel 1995 nasce il rapporto con quella che oggi è parte dell’Alstom Transport e allora era il Centro Ricerche Sasib Sud (CRSS) sito a Bari, azienda della SASIB RAILWAY (CIR) sita a Bologna acquisita nel 1998 da Gec Alsthom.
Possiamo pensare alla collaborazione con ALSTOM articolata in 3 principali fasi che potrei definire: quella dei primi anni, della scoperta e dell’impegno diretto; quella di mantenimento, del ruolo subordinato nei team di progetto, sino all’inizio del 2009; quella “attuale”, il ritorno all’impegno diretto, ad un ruolo da protagonisti nei progetti, dell’assunzione di responsabilità.
I primi anni, in qualche modo, danno l’impronta a quella che sarà una collaborazione fondamentale per la nostra crescita. Siamo inizialmente coinvolti in attività che richiedono da subito buone capacità di analisi e soprattutto di astrazione e solo successivamente in quelle di sviluppo e quindi di verifica e validazione dei sistemi.
Nel 1995, siamo coinvolti nella definizione delle specifiche funzionali per un sistema di controllo e comando applicato ad un sistema di trasporto su rotaia di tipo metropolitano con trazione a fune, con l’opportuna declinazione della normativa internazionale per la sicurezza dei sistemi di trasporto.
Nel 1997, partecipiamo alla preparazione della proposta per la gara in ambito europeo per lo sviluppo dell’automazione/controllo dei nuovi sistemi ferroviari europei ERTMS – European Rail Traffic Management System.
Le conoscenze delle specifiche funzionali dei sistemi di trasporto su rotaia di tipo metropolitano con trazione a fune, oltre alla partecipazione all’elaborazione di alcune proposte (Monza, Cascina Gobba-Milano, Ponte di Legno, Perugia, …) e allo sviluppo del componente di Registrazione Eventi, ci porta a condurre direttamente le attività di verifica e validazione del sistema di automazione del collegamento metropolitano Ospedale S.Raffaele/Cascina Gobba – Milano, il cosiddetto MeLA (Metropolitana Leggera Automatica).
Assumiamo per la prima volta il ruolo di validatori di un sistema complesso. L’applicazione delle normative, un team con buone conoscenze ingegneristiche ed elevate capacità di analisi ci consentono di pianificare e svolgere una campagna di test in campo per la validazione del sistema di comando e controllo (1999).
Negli anni successivi saremo chiamati più volte e con diverse risorse a contribuire con vari ruoli in team Alstom sia di sviluppo, sia di verifica e validazione per sistemi interlocking o ad alta velocità.

1996

Confindustria / Verio Massari, sviluppo progetto PROMOTER

Gli anni passano, le esperienze si consolidano e i vulcani attivi non si fermano mai. Verio elabora con Tecnopolis una proposta per un grant diretto con l’ UE per sperimentare tecniche e metodiche per il commercio elettronico su Internet per 40 aziende manifatturiere della provincia di Bari (settori: agroalimentare, abbigliamento, calzaturiero, metalmeccanico).
Siamo nel 1996, un anno importante per le novità tecnologiche nel mondo del WEB. È iniziata la guerra dei browser ed è cominciata la crescita esponenziale degli utenti di internet. Solo un anno prima erano nate Amazon e eBay.
Siamo da poco associati in CONFINDUSTRIA BARI e quella del progetto pilota PROMOTER diventa un’opportunità unica per imparare con le nostre PMI i possibili percorsi di innovazione legati alla nascente rivoluzione del WEB. Siamo i referenti di Confindustria Bari per il coordinamento tecnico del progetto.
Sono tante le realtà che affrontano la sfida con grande entusiasmo, sono tante le criticità, sono alcuni i successi, sono molte le lezioni.
Impariamo ad esempio che l’innovazione non è sempre agevole, non esistono innovazioni facili. Sono possibili solo grazie alla piena consapevolezza, alla assunzione di responsabilità, alla disponibilità delle giuste energie, alle visioni coraggiose.
Ricordo su tutti la disponibilità e l’impegno di un imprenditore molto attento e veramente sapiente: Giuseppe Benagiano. Il suo pastificio si cimento realmente con la sperimentazione dell’e-commerce, affronto svariate questioni: dal packaging, al sistema di pagamento, alle spedizioni, alla promozione WEB. E continuò con convinzione anche dopo la sperimentazione pilota.
Era sempre un grande piacere parlare con lui e sorprendersi ogni volta per la sua curiosità e lucidità.
Dopo la sperimentazione, riportando le nostre esperienze in vari congressi europei, mi piaceva raccontare di come l’innovazione avesse diversi “promotori” a seconda della fase di sviluppo. Il successo arrideva però a chi aveva avuto maggiore coscienza e consapevolezza della sfida, a chi avesse valutato con attenzione criticità e opportunità, a chi si fosse messo realmente in gioco con un ruolo da protagonista.
Per le PMI non è sempre agevole disporre del giusto grado di consapevolezza, per questo nel proporre innovazione alle PMI bisogna avere la pazienza di vestire i panni del “coaching” e non quello del mero “fornitore”.
Da sempre preferiamo interagire con clienti consapevoli. Se percepiamo una difficoltà a comprendere o a condividere gli obiettivi o il contesto che proponiamo o siamo capaci di spiegare e aumentare il livello di consapevolezza oppure preferiamo fare un passo indietro.

1997

Calzaturificio Jeannot

È stata un’esperienza nata sulla scia e con lo spirito di quella vissuta con la Manifattura Settebello.
Il nostro ruolo non è stato quello di meri fornitori di soluzioni informatiche, ma prioritariamente quello di facilitatori nella individuazione delle migliori soluzioni e della loro sostenibilità in azienda. Valorizzando gli investimenti pregressi, ma anche cogliendo e declinando continuamente le nuove sfide, guidati dalle continue sollecitazioni dello specifico contesto competitivo. È stata così una collaborazione ampia, coinvolgente, leale, sfidante, di continuo confronto e crescita.
È stata una bella esperienza che ha rafforzato l’idea che l’informatica potesse permeare tutte le fasi del ciclo produttivo, non solo in una grande impresa, ma anche in una realtà manifatturiera più piccola ma ben organizzata, sensibile e sempre aperta all’innovazione.
In quasi dieci anni di collaborazione abbiamo accompagnato la Jeannot in un percorso di transizione tra diverse tecnologie informatiche e di innovazione incrementale per diverse fasi del ciclo produttivo.
Innovazioni che hanno toccato vari ambiti del processo aziendale: la concezione del prodotto e la formulazione del campionario, il supporto alla rete di vendita, la gestione della logistica dei materiali, il monitoraggio del ciclo di lavorazione e anche il supporto al packaging di prodotto.
È stata un’esperienza molto stimolante e gratificante, per la grande vivacità e il pragmatismo dei nostri interlocutori: Sandro, Giancarlo, Ciro, Massimo avevano maturato la consapevolezza che, ponendosi con fiducia verso le prossime sfide, era sempre possibile cogliere nuove opportunità di innovazione e miglioramento.
Il loro crescente fabbisogno di innovazione, unito alla necessità di rallentare le nostre attività aziendali (nel biennio 2007-2008 Vito Santacesaria ha svolto il ruolo di Direttore Generale di Tecnopolis sino alla nascita di Innova Puglia), ci hanno indotto responsabilmente ad accompagnarli verso fornitori di tecnologia che potessero seguirli nei nuovi progetti di trasferimento e ampliamento dello stabilimento.

2002-2007

AIC-IBM, TECNOPOLIS e G. MINERVINI – Impegno sul territorio

2002-2006: entriamo a far parte della presidenza di Sezione del Progetto AIC mis. 6.2 POR che ci vede protagonisti di un progetto pilota a sostegno dell’innovazione delle imprese e dello sviluppo sostenibile.
Nello stesso periodo inizia la nostra collaborazione con IBM.
2006: nel consiglio di amministrazione di Tecnopolis perseguiamo l’obiettivo di sostenere, rafforzare e promuovere il ruolo del Parco Scientifico e Tecnologico come polo attrattivo per le organizzazioni produttive e le iniziative imprenditoriali basate sui risultati della ricerca.
2007: Vito Santacesaria vive una delle più belle esperienze al fianco di Guglielmo Minervini nella Direzione/Amministrazione di Tecnopolis. Tramite i valori che ha ereditato da Guglielmo, ha tracciato il sentiero del futuro di Ai2.

2003-2014

ALIOSCOPY, CREATIVITÀ DIGITALE e P. BRANCIFORTE-SWIPE STORY – Dialogo tra tecnologia e cultura

2003-2005: il progetto di ricerca Cnosso-Alioscopy ha rappresentato una sfida professionale che ci ha dato la possibilità di acquisire nuove competenze e di favorire la continua crescita del nostro team.
2009: con Creatività Digitale-Cittadella Mediterranea della Scienza abbiamo vissuto un’esperienza che ci ha permesso di diffondere la cultura tecnico-scientifica e di avvicinare la scienza al pubblico.
2012-2014: Puglia Creativa-P. Branciforte ha rappresentato un momento del nostro percorso professionale finalizzato al dialogo tra il mondo delle ICT e i beni culturali.
Qualche anno dopo, nel 2014, con il Living Lab – Living Heritage abbiamo sperimentato un nuovo modello di interazione fra cultura e cittadini, creando il format Swipe Story e fondando una start-up innovativa dedicata alla creazione di contenuti digitali per i Beni Culturali, Swipe Story s.r.l.

2009-2019

NOVITÀ IN Ai², NUOVA SEDE DI VIA GIULIO PETRONI, ALSTOM-P. CALENO – Nuovi scenari e cambiamenti

2009-2011: la nuova Ai² in un periodo di crescita animato dalla voglia di ampliare le prospettive dell’azienda. Il 2010-2011 è stato un biennio caratterizzato da un profondo rinnovamento dei ruoli.

2013: trasferimento nella nuova sede di Ai² in via Giulio Petroni a Bari.

2019: lo sviluppo della collaborazione con Alstom, leader nell’industria ferroviaria italiana, ci ha permesso di consolidare le nostre competenze nel settore Mission Critical.
Sempre nello stesso anno, abbiamo inaugurato la nuova sede di Palazzo Caleno con l’obiettivo di condividere un nuovo spazio per confrontarci e crescere insieme.

Verso i trent’anni … oltre i trent’anni

Ci sono momenti nella vita nei quali si è portati a fare un bilancio del percorso fatto, delle lezioni apprese, delle cose belle e di quelle meno belle e dopo 30 anni di Ai2 è quasi inevitabile farlo, così come è inevitabile considerare quello che stiamo vivendo e abbiamo vissuto nell’ultimo anno.
In questi mesi abbiamo provato a raccontarlo questo nostro percorso, a volte con più dettagli, a volte solo richiamando alla mente i momenti importanti. Per le difficoltà di questo momento storico, non abbiamo potuto farlo come avremmo voluto, aprendoci e coinvolgendo. Sarà importante in futuro continuare a raccontarci. Uno dei nostri asset più importanti risiede proprio nella ricchezza dei rapporti umani che abbiamo avuto l’opportunità di vivere.
Vi propongo quindi solo un bilancio “breve” con poche riflessioni.
Imparare sempre è stata la parte essenziale del nostro modo di essere nella vita e nella professione. È banale pensare come “non si finisca mai di imparare” e che “non è mai troppo tardi per farlo”, aggiungerei che l’opportunità di imparare è sempre condivisa tra chi “insegna” e chi “impara”.
Questo è quello che abbiamo fatto.
La nostra forza oggi è data proprio dalla qualità umana e professionale delle nostre persone che hanno saputo mettersi in gioco e condiviso l’opportunità di imparare e con loro ho imparato io, tanto.
Sono donne e uomini capaci di portare il loro entusiasmo, le loro conoscenze e anche di essere disponibili al confronto, determinati nel ricercare le soluzioni migliori, aperti alla contaminazione delle idee, mai scontati.
Questo ci ha permesso di affrontare tante situazioni con successo e soprattutto con il riconoscimento da parte dei nostri interlocutori di trovarsi sempre di fronte a persone speciali: Maria, Piero, Giovanni, Antonietta, Floriano, Angela Rita, Etta, Vincenzo, Donato, Fedele, Lucia, Jovana, Davide, Martina. Come anche le persone del team di Swipe Story Giuseppe, Cristina, Francesca e Giuliano.
Questo mi rende veramente orgoglioso.
Oggi mi pesa non avere sempre la possibilità di incrociare i loro sguardi per sentire la loro forza, per sorridere per i loro sogni, per leggere i loro timori, per incoraggiarli, per condividere nuovi stimoli, ma ho grande fiducia che presto troveremo il modo per farlo e per tornare a condividere l’opportunità di imparare ancora.
Come ci ha insegnato un caro amico, incrociare gli sguardi offre la magia di ridurre le distanze, culturali, di esperienza, pone necessariamente gli interlocutori allo stesso livello e libera sempre energie positive. Porsi allo stesso livello a volte con umiltà, a volte con presunzione offre stimoli per superare consapevolmente i propri limiti, ma anche per migliorare la propria capacità di ascoltare gli altri e non è poco.
È questa una delle lezioni di questi bellissimi 30 anni.
Questi pensieri mi consentono di parlarvi di un bilancio assolutamente positivo e ci offrono la possibilità di guardare oltre, al futuro, con fiducia, con gusto (come si dice ora 😉).
Come è sempre stato in questi 30 anni ogni traguardo non è mai stato tale, ma solo un punto di partenza per una nuova sfida. È quello che sento ora, per questo vivo con ancora più forza una grande voglia di ripartenza, di futuro, di sguardi, di sorrisi.
Siamo in una fase, allo stesso tempo, di crescita e di assestamento che ci coinvolge tutti.
Sarà faticoso, dovremo essere lucidi e determinati ma siamo pronti e ci darà molte soddisfazioni.
Stiamo ampliando i nostri orizzonti, tra nuovi servizi a supporto dei processi di sviluppo dei sistemi ferroviari, simulation engine per sistemi satellitari e nuovi modelli di fruizione dei beni culturali.
Presto ve ne parleremo.